L'impoverimento della politica è ormai così avanzato, che non dobbiamo stupirci se a fronte di un processo di riorganizzazione della funzione pubblica condotto con modalità caotiche e senza più saldi riferimenti ad un organico imianto compatibile con la costituzione, l'attivismo degli amministratori li apinge a ricercare il consenso inseguendo la piazza, per riproporre il tema della supremazia di questa o quella città ai fini della attribuzione del ruolo di capluogo. Successe tanti anni fa a reggio calabria, e fu una vera e propria insurrezione. Succede, un po' riproponendo il classico schema da tragedia a farsa, anche nella civilissima toscana, dove sindaci compassati eredi della seria tradizione comunista ingaggiano virulente proteste, al segno dell'orgoglio e richiamando antiche tradizioni guerriere.
Il governo ha in qualche modo decretato la soppressione delle Province; la maggioranza che lo sostiene ha approvato in Parlamento leggi per le quali saranno costituiti enti nuovi, territorialmente più vasti, ma senza una rappresentanza politica elettiva. Non è chiaro quali funzioni transiteranno verso i nuovi enti, è chiaro invece che molte funzioni, formalmente attribuite a Regioni e Comuni, non saranno più svolte da nessuno. In questo scorcio di vicenda “ditransizione2, le Province sono state finanziariamente strangolate. Ai nuovi enti non potranno essere trasferite funzioni, semplicemente perchè non ci sono più i finanziamenti. Meno funzioni pubbliche locali, comunità che dunque sono e saranno più povere. Si faranno meno manutenzioni nelle scuole; le strade provinciali continueranno a deteriorarsi nell'incuria. I centri dell'impiego ed i servizi di orientamento ridurranno ancora di più le loro attività. Nessuno farà più assistenza amministrativa per i comuni più piccoli, lasciandoli soli davanti al mercato dei servizi intermedi Che comunque non potranno permettersi.
E' in questa situazione che la politica depone ogni velleità riformista, e si mette al seguito delle tante curve nord delgi stadi del Paese. Abbasso la cecina, Viva la torta coi bischeri. Che poi siamo tutti noi. Ultimo aggiornamento : 30-09-2012 21:11
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