a novembre tra le foglie che cadono

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Grandi riflessioni sulla situazione politica non mi sono mai riuscite, né questo mi pare il momento in cui se ne trovino di attendibili in giro. Ma la cosa che mi preoccupa di piu è che in giro non c'è nemmeno tanta voglia di ascoltarne e leggerne, così anche i pochi che avrebbero voglia di dedicarcisi finiscono per non farlo.

Prendo carta e penna, si fa per dire, mosso da due recenti novità pisane. La prima è l'uscita sui giornali riferita alla vicenda del PD, nella quale si tende a ricomrendere il tentativo di applicare nella nostra città la formula dell'ulivo largo. E dunque il PD,si incontra con Sinistra Civica e con 5 Stelle, per dare una accelerazione in questa direzione. Di sicuro Sinistra Civica racconterebbe il processo politico con altri accenti, ma questo è quello che percepiscono i cittadini, intendo quella piccola parte dei cittadini che comunque hanno voglia di intendere qualcosa. Il secondo evento è quello costruito da Nicola Fratoianni; un evento evidentemente preparato da tempo, come attestano taluni accadimenti interni alle cose della sinistra appassionata, compreso l'abbandono della chat di SCE da parte dell'assessore volterrano Dario Danti. Una formazione politica apparentemente inesistente, assente dalla vita politica locale, si presenta con una settantina di iscritti e ne preannuncia altrettanti per i prossimi giorni. Un evento che non può che essere letto favorevolmente, saremo di più e dunque forse faremo meglio. E' chiaro che l'evento si presta anche ad altre letture; sarebbe comunque bene che tra tutti ci si spiegasse. Sinistra italiana a livello nazionale non appoggia il governo Draghi; nel governo ci sono invece ministri che fanno riferimento ad articolo Uno e una volta a Leu. Ma Sinistra Civica ed Ecologista non ha mai preso una posizione decisa e precisa sul governo, chi scrive pensa che stare in questo governo sia un errore. Ma pensa anche che in questa fase, per chi ha come obiettivo principale quello di storrarre alla destra il governo amministrativo e politica della città alle prossime elezioni mettere in campo la questione del governo sarebbe del tutto masochistica, o comunque inutile.

Detto tutto questo provo ad esprimere una opinione collaterale, che no entra nel merito dei fatti che ho raccontato, ma che si propone di dire la sua sul come andare avanti.

 

 

 

Tutti coloro che hanno un briciolo di realismo in zucca saranno d'accordo nel sostenere che per governare Pisa occorre conquistare il consenso, la collaborazione o almeno la neutralità di una larga compagine di forze che abitualmente non si sentono e non si definiscono di sinistra. Del resto, negli ultimi venti anni di governo del centro sinistra, queste forze sono state in parte rappresentate persino nelle Giunte.

Può piacere o non piacere, ma quello che sta accadendo oggi è che molte di queste forze, al contrario di quello che sentiamo dire in giro nelle narrazioni di sinistra e di centro sinistra, sono tutt'altro che deluse dal governo Conti. Le squadre di operai che spolverano i lampioni, l'attenzione alla città e soprattutto al litorale, le suggestioni verdi (avvelenate, ma suggestioni sono), sicuramente fanno il loro effetto. Ma l'effetto principale, il fattore che maggiormente induce le forze di cui parlo ad avvinarsi agli altri, è che dalla parte del centro sinistra non emerge alcuna linea progettuale di speranza. E' vero che il covid ha ricondizionato gli orientamenti politici di base degli italiani, ma sulle questioni della città, a parte la questione specifica della salute dove la sinistra ha retto, questo ricondizionamento non pare proprio ci sia stato.

Nulla è perduto, e molte cose possono ancora cambiare. Ma non sono di sicuro quelle che vediamo in giro le mosse capaci di far cambiare la direzione.

Io non lascerei al PD il ruolo di garante e agente del confronto con il centro. In passato questo ruolo lo mantenevano direttamente i sindaci, in particolare proprio Paolo Fontanelli, sprattutto sul iano del realismo amministrativo (delle cose concrete). Sono ancora convinto che ci sia un'area ancora contendibile, di centro o come lo vogliamo chiamare, di persone che sono interessate alla qualita: la qualità dei rapporti urbani, la qualità del disegno della città e del litorale. Io giocherei di anticipo, e verso quest'area indirizzerei l'attenzione della sinistra, e di sce in particolare. (non solo verso questa area, e non principalmente verso questa area, non fatemi dire cose che non dico). Per dirla in modo che qualcuno si schiferà, una area definibile come “Calenda”).

 

Questo vuole essere solo un esempio provocatorio: quello che credo debba essere fatto, è uscire da questa ragnatela di legami costruiti attorno al pd, perché il rischio piu grosso è che alla fine si facciano delle alleanze ma si perda la battaglia.

 

Invece è necessario che Sinistra Civica ed Ecologista giochi una partita mettendo in campo contenuti. Sulla sanità, di sicuro. Sull'ambiente: torno a dire la mobilità verso e dentro il litorale, la mobilità urbana. Sull'idea di città e sul suo futuro.

Invece cercherei di fare di tutto per evitare che si consolidi nella opinione della sinistra appassionata e poi anche della sinistra in genere l'impressione che ci siano manovre e manovrine, l'eterno ritorno della politica come gioco di potere. Ecco, questo dobbiamo evitarlo se non vogliamo restare soli.