la mappa di Cervellati

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questa è la mappa che Pier Luigi Cervellati disegnò nel 1986 per il piano di coordinamento territoriale del Parco. Come si vede, con intuizioni futuribili, il suo disegno tornava al passato e prevedeva di ri-allagare gran parte dell'arnovecchio, la culatta di Arnino..."

Per riuscire a sottrarsi agli stereotipi della modernità, alle suggestioni ingannatorie della georeferenziazione, per esempio, ci vogliono persone di grandi qualità, personalità visionarie, poeti del territorio. Gente capace di navigare negli archivi abissali dell'oblio e ricordare immagini e disegni che il tempo ha nascosto, senza tuttavia che le loro cause siano venute del tutto meno. E' stato così che, negli anni 70 del 1900, l'architetto Pier Luigi Cervellati, chiamato a studiare il territorio e a pensare un “piano di coordinamento territoriale del Parco”, immaginò e disegnò una mappa nuova; una mappa dove l'acqua tornava a fare la sua parte, dove i rivoli, le lame, le piscine tornavano ad avere la loro funzione di portare linfa vitale alla terra, di ridare una originalità ed una identità al delta dell'Arno. Una mappa che proponeva di tornare a pensare questa cosa dimenticata: che l'Arno è un fiume a delta, che tutta la Valle dell'Arno è formata, si è costruita, è cresciuta e si è consolidata come grande delta dell'Arno. E a cosa prelude, questa riscoperta, questo ritornare a vedere cose che il tempo aveva nascosto, se non a cogliere meglio la magia, la suggestione e la grandiosità di cui la palude, i tomboli, i cotoni, le vie alzaie, le tracce delle antiche pescaie, i cannicci sono solo tracce anticipatorie? E il delta dell'Arno, oscurato, mascherato, nascosto, violentato, armato, imbracato, cosa altro era se non l'essenza (natura e forza) del porto pisano? ..."

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