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Oltre la resilienza...

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Oltre la resilienza, la rinascita.

Fabiano Corsini

Si fa largo uso del termine “resilienza” perdonandogli la componente regressiva implicita nel suo significato. La pandemia induce oggi a pensare al futuro prossimo marcandolo con una cesura, una rottura di continuità rispetto al passato recente. Si ripropone l'attenzione per l'archetipo della ei-nascita, una sorta di mito presente nella cultura umana fino dai primordi. Jung, Frazer, Nietsche, Benedetto XVI, Yeats, Battiato: la speranza di futuro è indissolubilmente legata al “dovere” di rinascere.

“.. e il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire..”

Il concetto non è facile, ma chi l'ha esposto nel testo di una canzone, il grande Franco Battiato alla cui memoria dedico queste righe,  ha giustamente indicato una via: quella di ascoltare il maestro e le sue spiegazioni. Dentro l'imbrunire c'è l'alba, dentro alla morte c'è la vita, dentro il morire c'è il rinascere. La “rinascita”, il pensiero di ricominciare, è uno dei “miti”, della suggestioni profonde che turbano l'animo umano fino dai primordi della nostra “storia” di genere. Ricominciare nella vita, ovvero rinascere in questa vita, è la ripetizione del mito più generale, quello per il quale una rinascita è possibile dopo la morte, per il quale infine la morte non è la fine ma un passaggio verso una forma nuova di esistenza, di vita. Se dopo la morte rinascere è possibile, ancora più realistico ed alla portata di esseri che della loro mortalità non si sono fatti una ragione, ma che in  modi diversi  coltivano la loro aspirazione alla eternità, pare la possibilità di sopravvivere, di conservare nel tempo e oltre gli esiti degli accadimenti terreni, delle turbolenze della storia, valori ed entità primordiali, antiche, tratti fondativi delle culture, o dei paesaggi che di queste sono un  elemento costitutivo, delle religioni, delle filosofie.

 

Sugli anziani e sulla vecchiaia come malattia

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Bene che nelle sedi politiche e in quelle dove si discutono i problemi del nostro tempa si discuta di anziani. Sarebbe importante farlo cominciando col fare prima un  volenteroso lavoro di resetting, ovvero di ripulitura dai pregiudizi e dalle ricostruzione del tema mutuate dal mainstreaming. E poi proseguire vincendo la tentazione di considerare la questione come un problema sanitario: nella età avanzata ci si ammala di più, c'è dunque una percentuale di ammalati più alta rispetto a quella delle classi di età piu giovanili; molte delle patologie sono croniche, una certa parte sono esiziali. Questi sono dati, che non devono però farci dimenticare che la malattia è una componente costante dell'essere umano, e che se vogliamo occuparci di anziani dobbiamo prima di tutto avere strumenti per capire le persone in età anziana come persone, e non come malati.

 

C'è poi il dato della non autosufficienza, che interessa quasi tre milioni di persone ed è quasi interamente a carico delle famiglie, in un momento in cui le pensioni hanno perso in un decennio il 30% del loro potere d’acquisto. La maggior parte dei non autosufficienti sono anziani, ma la maggior parte degli anziani è autosufficiente. Mentre ci sono purtroppo molti non anziani che sono non autosufficienti.Sappiamo per esempio che degli oltre 16 milioni di pensionati italiani, circa un terzo riceve una pensione che va dai 500 ai 1000 euro; un quarto percepisce meno di 500 euro, un altro quarto riceve tra i 1000 e i 1.500 euro, il resto supera i 1.500 euro mensili. Tra gli anziani ci sono dunque molti poveri e molte persone che comunque vivono con reddito molto basso. Questo non ci induce a ridurre il problema dell'anzianità a quello della miseria. C'è poi il dato della non autosufficienza, che interessa quasi tre milioni di persone ed è quasi interamente a carico delle famiglie, in un momento in cui le pensioni hanno perso in un decennio il 30% del loro potere d’acquisto. La maggior parte dei non autosufficienti sono anziani, ma la maggior parte degli anziani è autosufficiente. Mentre ci sono purtroppo molti non anziani che sono non autosufficienti.

 

 

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